Durazzo (in albanese: Durrës o anche Durrësi) è un comune albanese di 113 249 abitanti, capoluogo dell’omonima prefettura, nonché seconda città dell’Albania per numero di abitanti dopo la capitale Tirana.
Antichissimo centro di fondazione illirica, fu colonizzata secondo la tradizione nel 626 a.C. dagli antichi greci, divenendo uno dei principali centri del mare Adriatico.
Dopo aver acquisito particolare importanza sotto il dominio romano, a cui si deve uno dei principali simboli della città, l’anfiteatro, che si trova sulla lista dei siti candidati a patrimonio dell’umanità.
La città fu governata dai bizantini, per esser poi spesso oggetto di razzia da parte di bulgari, ostrogoti e slavo-serbi.
Nel XIII secolo la città fu contesa tra Venezia e Costantinopoli, scacciate poi dai Normanni e infine dagli Angioini, che rafforzarono le difese durazzesi.
Dopo il dominio ottomano, durato circa quattro secoli, Durazzo divenne nel 1912 capitale del principato d’Albania, ricoprendo fino al 1920 un ruolo fondamentale nei diversi stadi d’evoluzione della moderna Albania.
Dotata del più importante porto albanese sull’Adriatico, Durazzo è uno dei principali centri economici del paese oltre che una rinomata località balneare e turistica.
In seguito alla riforma amministrativa del 2015, a Durazzo sono stati accorpati i comuni di Ishëm, Katund i Ri, Manëz, Rrashbull e Sukth, precedentemente inclusi nell’omonimo distretto.
La città fu fondata con il nome di Epidamno (in greco antico: Ἐπίδαμνος), tuttavia è anche conosciuta con il secondo nome, Dyrrhachion (in greco antico: Δυρράχιον), che indicava più specificamente il porto. Dopo le guerre illiriche, i Romani la chiamarono solo Dyrrachium, visto che Epidamno era considerato di cattiva sorte poiché richiamava alla parola damnum, in latino “danno, perdita, svantaggio”.
Secondo lo storico romano Cassio Dione, Dyrrachion potrebbe derivare dalla fusione del prefisso δυσ- (cattivo, difficile) e la parola ῥαχία (scogliera), anche se lui stesso riporta che si pensava fosse l’eponimo di un certo Dyrrachius.
Secondo un’altra interpretazione potrebbe essere derivato o relativo al proto-albanese *dami corrispondente all’albanese “dëm”(toro)
Il toponimo è in italiano Durazzo e in albanese Durrës.
Cosa visitare a Durazzo
Valori turistici e archeologici attendono ogni turista e visitatore per godere delle bellezze naturali e per toccare e vedere da vicino l’antichità. Alcuni dei luoghi da visitare sono l’Anfiteatro, il Museo Archeologico, La villa reale di Zog, Castello di Durazzo, Piazza della Libertà.
Un luogo iconico e noto a Durazzo per molti anni è la Torre Veneziana, una torre costruita dai bizantini nel XV secolo con un diametro di 16 m e un’altezza di 9 m.
La torre è visitabile da chiunque e si può entrare all’interno per vedere l’edificio più nel dettagli, chiunque visiti Durazzo dovrebbe fermarsi per una foto in questo luogo, in quanto è conosciuto come una zona che meglio rappresenta la città.
L’anfiteatro si trova al centro del quartiere più antico di Durazzo, circondato dalle case degli abitanti, è la più importante rovina antica di Durazzo ed è la più grande di tutti i Balcani.
Il Museo Archeologico e inaugurato il 13 aprile 2002 sulla base dei materiali conservati dal precedente museo, è stato allestito in riva al mare, a pochi metri dal porto, sulla strada che porta alla spiaggia di Currilave, ai piedi di una bella collina. Il nuovo museo conta circa 2000 oggetti esposti e classificati secondo la cronologia dello sviluppo della città, dal periodo arcaico al tardo medioevo.
Castello di Durazzo è antico quanto la stessa città di Durazzo. Nel corso dei secoli è stata più volte demolita e ricostruita.
Le mura di cinta di Durazzo nella loro parte principale appartengono al periodo dell’imperatore Anasta (491-518) e sono costituite da due parti principali: Castello Superiore e Castello Inferiore.
Piazza della Liberta e la piazza principale della città è stata rivitalizzata nel 2015, con piastrelle di marmo bianco scintillante, palme arabe e fontane moderne, che ricordano le città internazionali esotiche.